giovedì 30 maggio 2013

CULTURA E SOCIETÀ / In occasione della morte di Franca Rame


Un servizio fortemente eccepibile che non rende giustizia alla persona
Lettera aperta al Direttore del Tg2 Marcello Masi
di Iole Natoli
Egregio Direttore Masi,
Le scrivo in merito a quanto andato in onda ieri alle ore 13 per il programma televisivo a lei affidato, nel corso del servizio di Carola Carulli sull’attrice, drammaturga e politica Franca Rame, venuta meno nello stesso giorno.
Che ci si possa ingannare su una data, per esempio invertendo due cifre, o cadere in un qualsiasi altro errore di analogo e risibile peso può certamente accadere a chicchessia, dunque anche a chi fa giornalismo e alla testata con cui si lavora; ma che si possa lasciare intuire in un servizio qualche cosa di ben diverso dal vero, omettendo responsabilità molto gravi e avvolgendo così nell'ambiguità più offensiva una figura come quella di Franca Rame non può trovare scusanti di sorta, quand’anche fosse da individuarne la causa in una sprovvedutezza operativa.                       (prosegui -->)        

E il suo stupore di Direttore del Tg2 per le interpretazioni secondo lei “vergognose” di chi ha levato alta la voce, contro l'offesa fatta alla DONNA di cui oggi ci addolora la morte - e al tempo stesso fatta alle altre DONNE, che abbiano o no subito una violenza -, lascia ancor più stupefatte e stupefatti noi, persone che lottano in vario modo ogni giorno, per squarciare l'ignobile coltre sociale che mira a rendere oggetto di dominio, in primo luogo sessuale, la donna.
Il tentativo di giustificare in qualche misura l'accaduto, rovesciando le responsabilità della sua redazione - e dunque anche sue - sopra il pubblico, la respingiamo interamente al mittente. Perché quel che ci preme rilevare non è l'effetto parzialmente attutito che il servizio può aver avuto su chi - conoscendo per informazione anteriore l’accaduto - ha sentito e risentito i nuovo le parole per avere l'allibita certezza di non aver fatto associazioni mentali affrettate; quel che ci disturba e ferisce è che chi ascolta senza altrettanta cura - ovvero la maggioranza della popolazione, come dovrebbe per professione vostra esservi noto -, bevendo quelle veloci informazioni che vengono con disinvolta superficialità propinate, è indotto ad attribuire a Franca Rame quasi una responsabilità personale nello stupro. Se di quella bellezza avesse fatto un uso più “morigerato” e consono al suo ruolo di donna “in quanto tale stuprabile” e dunque asservibile, si viene indotti dalle associazioni da voi evocate a pensare, non si sarebbe certo arrivati allo stupro.
Niente di più falso, di più dannoso e di più lesivo della dignità di una persona. Niente di più facilmente evitabile, peraltro. Sarebbe stato sufficiente, infatti, che la giornalista fosse andata, come chiunque si sarebbe aspettato, più a fondo; sarebbe bastato indicare la matrice fascista dell'evento, possedere il coraggio obbligatorio di riferire i fatti per intero, di denunciare la PUNIZIONE POLITICA che ha causato nella realtà quello stupro, per scongiurare che quel che Lei definisce impensabile potesse essere - per induzione e non per moto spontaneo - pensato.
A nome mio e di tutte e tutti coloro che le hanno espresso e che ancora adesso le esprimono indignazione dalla mia non dissimile, le manifesto per il servizio andato in onda ieri alle 13 il mio dissenso e le mie rimostranze.
Distintamente,
Iole Natoli
giornalista pubblicista 


Milano, 30 Maggio 2013 


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