sabato 25 gennaio 2014

Libri / PYOTR CIAJKOVSKIJ e altri cinque musicisti in un agile volumetto per ragazzi




Biblioteca musicale per ragazzi


Steven Isserlis

PERCHÉ CIAJKOVSKIJ
SI NASCOSE SOTTO IL DIVANO
e molte altre storie
sulla vita dei grandi compositori


Collana Curci Young
Pagine 336
€ 13,90


Parrucche, funghi e cantanti bizzose tra le pagine del libro di Isserlis
di Iole Natoli

Dopo Bach, Mozart, Beethoven, Schumann, Brahms, Stravinskij, il musicista e scrittore Steven Isserlis ci propone un altro sestetto di celebri compositori di musica classica da proporre alla curiosità dei ragazzi. Ecco dunque sbucare dal suo cappello magico Georg Friederich Händel, Franz Joseph Haydn, Franz Peter Schubert, Antonin Dvoràk e Gabriel Fauré, oltre all’enigmatico russo che da il titolo al libro, Pyotr Ilych Ciajkovskij e il suo  nascondiglio improvvisato.
Il primo autore in cui ci imbattiamo è Georg Friederich Händel (1685-1759), ragazzino parecchio deciso, visto che nell’infanzia gli toccò suonare di nascosto in soffitta un clavicembalo procuratosi all’insaputa della sua famiglia, inseguire a piedi la carrozza paterna per andare col genitore sino a corte, farsi notare per un’esecuzione all’organo dalle nobili orecchie del duca e ottenere tramite l’intercessione di questi d’esser seguito da un maestro di musica.
La sua fortuna giunse con George, elettore di  Hannover, che gli offrì un posto a corte di tipo abbastanza singolare, dato che Händel fu lasciato libero di viaggiare a suo piacimento a patto che legasse pubblicamente il suo nome all’elettore, dichiarandosi sempre al suo servizio. Questo consentì al musicista non solo di raggiungere altri Paesi ma di avere più tempo per comporre. A dargli filo da torcere ci pensavano certe volte le cantanti che spesso litigavano tra loro. Una ebbe perfino l’ardire di criticare un’aria del maestro che non aveva messo abbastanza in evidenza le sue specifiche qualità canore. Pare che Händel l’abbia afferrata per la vita minacciandola di farla volare giù da una finestra…
Franz Joseph Haydn (1732-1809) era un austriaco amante dei bambini. Era noto come “Papà Haydn”, benché non fossero stati i piccoli a “battezzarlo” così, ma gli stessi musicisti con i quali si trovò a lavorare.
Nacque in una famiglia poco abbiente che intendeva avviarlo al sacerdozio. A cinque anni lasciò i suoi per frequentare una scuola ad Haiburg. Fu la prima esperienza molto dura, segnata da povertà estrema e da disagi. A Vienna non gli andò affatto meglio. Per vivere dovette arrangiarsi a dar concerti in casa di signori benestanti, finché un giorno non incontrò un cantante che lo prese in simpatia e si offrì di ospitarlo a casa sua durante l’assenza temporanea di una delle sue figlie. Da lì si trasferì in una soffitta gelida e piovosa, dove restava a lavorare alle sue composizioni di notte, perché di giorno gli toccava sbarcare il lunario in vari modi.
Assunto infine dalla famiglia Esterházy, trascorse anni nei castelli dei principi dedicandosi unicamente a comporre, in una serenità però offuscata dagli scarsi mezzi economici. Non solamente la paga era esigua, ma per contratto non poteva nemmeno vantare diritti d’autore sulle proprie composizioni. Alla morte del principe Nicolaus I qualcosa cambiò nella vita di Haydn. L’erede, Anton, era poco interessato alla sua musica e ciò dette al compositore la possibilità di muoversi e di fissare altrove i suoi soggiorni. Anche per lui si aprirono con onore le porte dell’Inghilterra. Ciononostante, nel 1975 tornò in Austria e fu a Vienna che scrisse due delle sue opere più belle: La creazione e Le stagioni.  
Anche per Haydn, Isserlis non manca di raccontare alcuni aneddoti curiosi. Tra questi la mania di annotare con incredibile minuzia il costo londinese delle cose, fossero polli, tacchini, allodole, anatre spennate, la toga di cui dovette munirsi per ricevere la laurea honoris causa o il biglietto per raggiungere Oxford.
Franz Peter Schubert (1797-1828) era un tipo piccolo e buffo soprannominato “Schwammerl”, ovvero “tombolino”, “fungo”, “spugna”, per via del corpo dalle mani e dai piedi piccini e della testa piuttosto grossa e ricciuta. Riusciva simpatico a tutti e per molto tempo, non disponendo neanche lui di denaro, vagabondò da una casa ad un’altra componendo ovunque si trovasse e chiunque fosse l’amico disposto a ospitarlo.
Venne al mondo in una famiglia prolifica: 14 figli in 16 anni per la povera madre non furono certo uno scherzo! Il padre era direttore di una scuola che si trovava nello stesso edificio in cui, al piano superiore e in un’unica stanza, gli Schubert abitavano. Il piccolo Franz Peter a nove anni suonava pianoforte e violino e aveva cominciato gli studi di composizione. Era molto dotato e a undici anni vinse una borsa di studio per l’Imperial Regio Seminario una scuola di coro che frequentò per alcuni anni, suonando anche il violino nell’orchestra. In quegli anni ebbe a soffrire la fame, finché dopo aver frequentato per qualche mese il collegio per maestri divenne il sesto assistente maestro nella scuola del padre. Intanto le sue composizioni aumentavano.
Antonin Dvoràk, Gabriel Fauré e Pyotr Ilych Ciajkovskij… no, nessuna anticipazione per questi ultimi tre compositori, tanto meno sveleremo il perché Pyotr Ilych volle nascondersi proprio sotto il divano. Lo apprenderete solamente da Isserlis, che, con indicazioni musicali e con aneddoti curiosi e divertenti, vi invita a leggere le pagine del suo libro, promettendovi - e ben a ragione - che non verrete ghermiti dalla noia.

Milano, 25 gennaio 2014

­© Iole Natoli

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