venerdì 19 maggio 2017

L’ars poetica di Charles Baudelaire al Teatro Arsenale di Milano

 
La parola nel girone del male. In teatro, personalità e produzione di un celeberrimo poeta dell’800
di Iole Natoli

3-16.05.2017, Teatro Arsenale di Milano
Il male e i suoi fiori.
Charles Baudelaire, un poeta all’inferno

Con Claudia Lawrence, Massimo Loreto, Giovanni Di Piano e con gli allievi diplomati 2017 di Scuola Teatro Arsenale. Traduzione Federica Locatelli. Adattamento e regia Marina Spreafico.

Era un tempo in cui il femminismo militante non aveva nemmeno iniziato il suo corso e le questioni apparentemente “private”, quali la vita delle donne nell’ambito delle strutture familiari o le donne piacevole merce nei bordelli, non sfioravano nemmeno alla lontana i salotti letterari ufficiali o i circoli più eversivi dei poeti.
Baudelaire (1821-1867) non amava le strettoie di una vita codificata secondo regole rigidamente autoritarie; benché non ne analizzasse la matrice sociale, ne avvertiva il peso opprimente e spersonalizzante. Rimedio? L’evasione, un’ubriacatura mentale da affinare mediante il ricorso affannato alla priorità assoluta dei sensi e a quanto potesse contribuire ad esaltarli. Scelta non scevra di un immanente senso di colpa, conseguenza di un’analisi radicale mai effettuata, per una sensibilità polivalente che non disdegna di prestarsi all’orrore, in un’anticipazione letteraria delle visioni filmiche di Cronenberg.
Come accade talora, il limite del soggetto non inficia la validità letteraria delle opere; in Baudelaire, come in altri, si traduce anzi in una produzione poetica tanto più anomala, personale e preziosa quanto meno dragata ne è l’origine da un lavoro analitico cosciente. Un’oscura ferita lacaniana, in suppurata trasfigurazione perenne.
Lo spettacolo - coevo alla pubblicazione del terzo volume della collana Arsenale per i tipi di Lemma Press, Charles Baudelaire. Il sipario era alzato. Uno sguardo sul teatro - richiama l'attenzione anche su un progetto teatrale del poliedrico scrittore francese, rimasto allo stadio di traccia d'una sceneggiatura. Giocato sulla dimensione sensuale ed erotica, con effetti spiccatamente voyeuristici, si avvale di un intelligente allestimento e della bravura degli allievi della Scuola, qui in una prova attoriale e ginnica complessa. 
Meno fluida e coerente è apparsa la resa di talune letture, più declamate e auliche che fiorenti in emersione dall’intimo. Ne è derivata una qualche cesura del contatto emotivo con il pubblico, disposto però a lasciarsi affascinare dal godibile colpo d’occhio d’insieme. 
Milano, 18.05.2017
© Iole Natoli