martedì 3 maggio 2011

SCHEDA / Film "I due presidenti"



Sull’intervento in Kosovo
Molte furono le interpretazioni divergenti avanzate sull’intervento NATO in Kosovo e tante le manifestazioni di protesta che ebbero luogo in diverse parti del mondo.
Tra le accuse, quella di aver reso impossibile la firma dell’accordo di Rambouillet, che avrebbe cancellato l’intervento. È citata, da quasi tutti i giornali presenti in internet, una dichiarazione che sarebbe stata rilasciata da Henry Kissinger, ex segretario di Stato americano, al Daily Telegraph il 28 giugno 1999, di cui sembra scomparsa, dal web, la fonte diretta. Da wikipedia.org: «Il testo di Rambouillet, che chiedeva alla Serbia di ammettere truppe NATO in tutta la Iugoslavia era una provocazione, una scusa per iniziare il bombardamento. Rambouillet non è un documento che un Serbo angelico avrebbe potuto accettare. Era un pessimo documento diplomatico che non avrebbe dovuto essere presentato in quella forma». Dalla stessa fonte: «Il 22 febbraio, il Segretario di Stato USA, Madeleine Albright, si impegnò, verso la parte cossovara, a garantire, entro tre anni, il distacco del Kosovo dalla federazione». Inoltre «fu introdotta un'appendice (Appendice o Annex B) alla parte militare dell'accordo che prevedeva, di fatto, l'occupazione militare dell'intera federazione serba da parte della NATO. Tale misura, inaccettabile per qualsiasi stato sovrano, era tanto più irricevibile, in quanto la Costituzione federale vietava, sin dai primi anni settanta, lo stazionamento di truppe straniere sul territorio iugoslavo».
A inizio pagina wikipedia.org avverte che la sezione di riferimento è ritenuta non neutrale, in quanto esprimerebbe un punto di vista pregiudizialmente antiamericano. Vai al testo di Rambouillet del 27.05.99.


La morte di Milosevic
Accusato dal Tribunale dell’Aja di crimini contro l’umanità e di genocidio, per le sue responsabilità nelle torture e i massacri posti in atto nelle guerre in Croazia e in Bosnia (1991-1995) e per i pogrom del Kosovo (1998-1999), Milosevic morì nel penitenziario del Tpi all'Aja l’11 Marzo del 2006 per crisi cardiaca, prima della condanna della Corte.
L’autopsia escluse l’ipotesi di un avvelenamento, che sembra fosse temuto dall’ex presidente jugoslavo.
«È un grande “peccato per la giustizia», dichiarò il procuratore capo Carla Del Ponte, «che il processo non sia stato completato e non sia stato pronunciato un verdetto» (repubblica.it). Sull’operato di Milosevic, tuttavia, malgrado la morte intervenuta, «la storia ha già dato il proprio giudizio», affermò dal canto suo Emma Bonino, Commissario per gli Aiuti umanitari presso l’Unione Europea, che aveva sostenuto la necessità dell’intervento NATO nel Kosovo.
Intervento che fu realizzato, come altrove, con l’uso di proiettili all’uranio impoverito.


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