La
parola nel girone del male. In teatro, personalità e produzione di un
celeberrimo poeta dell’800
di Iole Natoli
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3-16.05.2017, Teatro Arsenale di Milano
Il male e i suoi fiori.
Charles Baudelaire, un poeta all’inferno |
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Con Claudia Lawrence, Massimo Loreto, Giovanni Di Piano e con
gli allievi diplomati 2017 di Scuola Teatro Arsenale. Traduzione Federica
Locatelli. Adattamento e regia Marina Spreafico.
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Era un tempo in cui il femminismo militante
non aveva nemmeno iniziato il suo corso e le questioni apparentemente “private”,
quali la vita delle donne nell’ambito delle strutture familiari o le donne
piacevole merce nei bordelli, non sfioravano nemmeno alla lontana i salotti
letterari ufficiali o i circoli più eversivi dei poeti.
Baudelaire (1821-1867) non amava le strettoie di una vita codificata
secondo regole rigidamente autoritarie; benché non ne analizzasse la matrice
sociale, ne avvertiva il peso opprimente e spersonalizzante. Rimedio?
L’evasione, un’ubriacatura mentale da affinare mediante il ricorso affannato
alla priorità assoluta dei sensi e a quanto potesse contribuire ad esaltarli.
Scelta non scevra di un immanente senso di colpa, conseguenza di un’analisi
radicale mai effettuata, per una sensibilità polivalente che non disdegna di
prestarsi all’orrore, in un’anticipazione letteraria delle visioni filmiche
di Cronenberg.
Come accade talora, il limite del soggetto non inficia la validità letteraria delle opere; in Baudelaire, come in altri, si traduce anzi in una produzione poetica tanto più anomala, personale e preziosa quanto meno dragata ne è l’origine da un lavoro analitico cosciente. Un’oscura ferita lacaniana, in suppurata trasfigurazione perenne.
Lo spettacolo - coevo alla pubblicazione del terzo volume della collana
Arsenale per i tipi di Lemma Press, Charles Baudelaire. Il sipario era alzato. Uno sguardo sul teatro - richiama l'attenzione anche su un progetto teatrale del poliedrico scrittore francese, rimasto allo stadio di traccia d'una sceneggiatura. Giocato sulla dimensione sensuale ed erotica, con
effetti spiccatamente voyeuristici, si avvale di un intelligente allestimento e
della bravura degli allievi della Scuola, qui in una prova attoriale e
ginnica complessa.
Meno fluida e coerente è apparsa la resa di talune letture, più
declamate e auliche che fiorenti in
emersione dall’intimo. Ne è derivata una qualche cesura del contatto emotivo
con il pubblico, disposto però a lasciarsi affascinare dal godibile colpo
d’occhio d’insieme.
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Milano, 18.05.2017
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© Iole Natoli
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venerdì 19 maggio 2017
L’ars poetica di Charles Baudelaire al Teatro Arsenale di Milano
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