AL TEATRO MANZONI DI MILANO 6 Marzo 2011 Unica data italiana | ||
Sassofoni: Cory Wright, Evan Francis, Brian Walsh Mary-Sue Tobin, Damon Zick Tromba: Josh Aguiar, Kris Tiner, Dan Rosenboom Trombone: Mike Richardson Voce: Jill Knapp, Tany Ling Contrabbasso: Damian Erskine Batteria: Dan Schnelle Pianoforte: Andrew Durkin | ||
La Band onnivora dell’Industrial Jazz Group Un party musicale d’avanguardia a Milano, in prima europea | ||
di Iole Natoli | ||
In principio fu il Gioco e dopo il Jazz. La dimensione ludica è primaria, è lì presente dalla notte dei tempi, non però arcaici per i musicisti del gruppo, data l’età di tutti i componenti. Il gioco è sempre movimento inesausto, è assumere materiali sonori e visuali ponendoli a confronto l’un con l’altro per cogliere somiglianze, dissonanze, salti e scontri che da queste interazioni si generano. Qui l’esito della teatralizzazione è spumeggiante. Al di là dell’impeccabilità strumentale, che non distingue questo gruppo soltanto, la cifra che lo connota è l’ironia. Tutte le forme di jazz vi convivono, si susseguono, si misurano, s’incastrano, si fronteggiano pronte allo sberleffo, grazie ad esecuzioni innovative, che nuotano dentro un magma umoristico, in cui ogni apporto è voce strumentale. Lo straniamento destrutturante è la regola. |
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venerdì 13 maggio 2011
MUSICA JAZZ / Industrial Jazz Group
TEATRO DANZA / Malediction
Nell’ambito del Festival Internazionale Teatro di Immagine e Figura Teatro Danza al VERDI di MILANO MALEDICTION | ||
Un paradigma delle relazioni umane Il mostro verde dell'Invidia e la Danza di Iole Natoli | ||
Torna in Italia al Teatro Verdi di Milano, dopo la prima catanese del dicembre 2009 per la Rassegna Gesti Contemporanei organizzata dal Teatro Stabile di Catania, Malediction, uno spettacolo della DUDAPAIVA COMPANY, ispirato a un repertorio fiabesco che si estende dal Mago di Oz a Cappuccetto rosso e al Principe Ranocchio e imperniato sulla relazione interpersonale, espressa mediante il teatro di figura. Protagonisti due uomini, uno dei quali quasi sempre vestito da donna, oltre ai duttilissimi Pupazzi smontabili come manichini e arbitrariamente combinabili, in una simbiosi di forme che oscillano tra l'archetipico, il mostruoso e l'onirico, a indicare l'irriducibilità della relazione duale a un puro codice statico e immutabile. Il tema del lavoro teatrale è l’invidia, che contrappone i due elementi d’una qualsiasi coppia umana. Con loro alcuni Pupazzi tra i quali primeggia il Mostro-Verde dalle sfaccettature inesauribili, che alterna al sarcasmo la paura, alla dolcezza l’aggressività ma che ricorre soprattutto all’inganno, rivelandosi quasi dotato di vita propria e dunque difficilmente dominabile. |
DANZA / Blind date
Milano
- 16 e 17 aprile 2007 Teatro degli Arcimboldi Bill T. Jones/Arnie Zane Dance Company Blind date Foto © Paul B. Goode | ||
Il Pensiero e la Danza di Iole Natoli | ||
“I peggiori crimini dell'umanità sono stati commessi in nome della religione e di Dio” si legge ad apertura di sipario, nelle scritte che appaiono sulla scena. Queste parole sono solo un inizio; altre ne saranno pronunciate e cantate e altre ancora, bianche su fondo nero, ne scorreranno sugli schermi mobili, supporti elegantemente scenografici di un'arte testuale visiva.La Bill T. Jones/Arnie Zane Dance Company non è una compagnia di danza che fa del puro estetismo la sua cifra. Sin dalla fondazione, dovuta al sodalizio artistico e personale di Bill T. Jones e di Arnie Zane, scomparso appena quarantenne nel 1988, ha iscritto la sua arte nel sociale, privilegiando la dimensione politica perché con essa ha sentito di esprimere la sua profonda istanza libertaria. Non c'è espressione dell'autenticità del soggetto in un ambiente globale snaturato da uno qualsiasi dei fondamentalismi imperanti e ciò in merito alle scelte sessuali, alle cosiddette differenze di razza, alle diverse od opposte religioni. |
TURISMO / Milano
TEATRO / Cani di bancata
Dal 14 al 26 novembre 2006 Milano, Crt-Teatro dell'Arte CANI DI BANCATA Testo e regia di Emma Dante Foto di Giuseppe di Stefano | |
I nuovi figli di Mammasantissima Nel segno infame d'una Madre di sangue di Antonia Pagano Col suo nuovo lavoro teatrale, la drammaturga palermitana Emma Dante porta in scena la “Mammasantissima”, la Mafia, in modo chiaro, crudo, diretto. La Mafia si presenta come una cagna che dà il permesso ai nuovi figli d'entrare. Per entrare volenti o nolenti nel suo alveo, si partecipa a un rito d'iniziazione, che si apre con la recitazione della preghiera: “Nel nome del Padre, del Figlio, della Madre e dello Spirito Santo”. Grazie a questa preghiera o giuramento, si è ammessi nell'organizzazione con il sangue e se ne esce solo con il sangue.
| Sceglie la maschera dell'uomo perbene LA TRASPARENZA della nuova Mafia di Iole Natoli Al termine del percorso precedente dedicato alla violenza familiare, seguendo in modo affatto personale la via tracciata da Dostoevskij e da Sciascia, Emma Dante affronta in "Cani di bancata" il tema oscuro della Famiglia più grande, della madre di tutte le violenze, dell'organizzazione tentacolare per eccellenza: la Mafia. Lo fa utilizzando gli stessi stilemi, che distinguono la sua produzione anche quando non è l'autrice dei testi. Ma i temi sulla Sicilia sono suoi, suo è lo sguardo indagatore e possente, sua la resa arguta e mai pesante, benché l'argomento qui trattato lo sia. |
TEATRO / Carnezzeria
Milano, 20-28 Novembre 2004
CRT-TEATRO DELL'ARTE
CARNEZZERIA
di Emma Dante Compagnia Sud Costa Occidentale Foto di Giuseppe di Stefano | ||
Gente al macello in un gruppo familiare
di Iole Natoli Una famiglia particolare, o i suoi resti. La storia inizia con l'ingresso di tre giovani in fila, che portano una sposa dal velo lunghissimo, distesa come fosse in una bara. Sul palcoscenico, i tre si disfano del pesante fardello che scaricano come un pacco su una sedia e iniziano ad addobbare la sala, dove sarà celebrato il matrimonio della sorella in gravidanza avanzata. La donna è imbambolata, come automa cade ripetutamente per terra, poi rifiuta di restare da sola quando i tre, a lavoro ultim ato, mostrano l'intenzione di svignarsela. Vuole seguirli, vuol rimanere coi suoi fratelli di sangue e di letto Nina "a scimunita" (la sciocca), che non conosce altro riferimento possibile. Giocoforza i fratelli l'assecondano, son costretti ad attardarsi con lei per renderle accettabile l'attesa dell'uomo che si dice debba giungere, un marito trovatole da loro, uno che Nina non conosce nemmeno. |
TEATRO / La scimia
Dal 5 al 21 Ottobre
2004 Milano - CRT - TEATRO DELL'ARTE LA SCIMIA Regia di Emma Dante Foto di Giuseppe di Stefano | ||
Nella gabbia sacrificale del rito
di Iole Natoli
La dissacrazione è il suo mestiere, la sua anima profonda, si potrebbe ben dire di Emma Dante. Se in 'Carnezzeria' l'occhio scopre il marcio e l'assenza di pietas familiare, in 'La Scimia' l'interesse analitico della regista investe direttamente il sacro, il contrasto tra essenza e apparenza, tra l'innocente giocosità della natura e la gabbia della convenzione e del dogma.
Ispirandosi a "Le due Zittelle" di Tommaso Landolfi, Emma Dante porta felicemente sulla scena il rapporto complementare ed esaustivo delle due sorelle Lilla e Nena e dei loro referenti religiosi, i due preti Padre Tostini e Padre Alessio. |
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