domenica 16 marzo 2014

IL PARADISO INCONTAMINATO DI TARZAN nel film d'animazione di Reinhard Klooss

Una produzione della Constantin Film  - In associazione con Ambient Entertainment
Dal 6 Marzo 2014 nelle sale
Dai romanzi di
Edgar Rice Burroughs
TARZAN 
(animazione 3D e 2D)
Sceneggiatura e Regia di
Reinhard Klooss
Con  la partecipazione di
Kellan Lutz, Spencer Locke,
Anton Zetterholm, Les Bubb, Trevor St. John,
Jaime Ray Newman, Mark Deklin, Brian Huskey
Prodotto da
Robert Kulzer, Reinhard Klooss
Produttore esecutivo
Martin Moszkowicz
Distribuzione Medusa - Durata 1, 35’


   Un moderno selvaggio tra le scimmie
di Iole Natoli

È possibile reinventare un personaggio che ha alle spalle oltre cento anni di storia, una trentina scarsa di romanzi dell’autore e tante trasposizioni cinematografiche o televisive da perderci il conto, alcune delle quali molto celebri?
È quello che si è chiesto Reinhard Klooss quando ha pensato di realizzare il film che richiesto tre anni di lavorazione e un considerevole impiego di mezzi. Del suo progetto è divenuto sceneggiatore e regista e, insieme a Robert Kulzer, produttore.
Il risultato è una narrazione visiva le cui vicende principali coincidono con quelle del personaggio letterario ma che propone inediti sviluppi e racconta pertanto un’altra storia. Questo può piacere o suscitare invece rifiuto in un pubblico adulto, difficilmente pone qualche problema a un bambino. In ogni caso, chi ritiene che esista il diritto di rifarsi a un   mito letterario per ricreare qualcosa di nuovo, sicuramente non vede in questo film in 3D un fallimento ma una proposta più vicina per temi ai giorni nostri di quanto possa esserlo oggi il testo originario. Che poi vi siano smagliature o cadute di tecnica appare in via teorica possibile: sarebbe tuttavia ben più corretto che chi ne scrive le indicasse anche in pratica, invece di limitarsi ad enunciarne una vaga esistenza indimostrata.

Qualcuno a precisare le sue riserve ci ha provato e ha ritenuto che vi sia discontinuità tra i diversi momenti del film. Sarà, ma non ci si può ragionevolmente aspettare che le scene iniziali si ripetano per tutto il film o che il bambino non diventi adulto o che Jane sia visibile sin dall’infanzia di J.J. (futuro Tarzan). La storia, come la vita, ha le sue tappe e non può esimersi dal presentare diversità fasiche credibili.
Personalmente trovo il film abbastanza ben fatto, con bei disegni e un ottimo uso della tecnologia motion capture e se è possibile che qualche sbavatura ci sia - salti di Tarzan di esasperata lunghezza, più attribuibili a un Ufo che a un umano - non va ignorata la dimensione fantastica che in un film di animazione, pur di stampo realistico, permane.
Ma quali sono le varianti apportate da Klooss al personaggio creato da Burroughs? In primo luogo cambia l’ambientazione. Il film inizia con una catastrofe naturale: la caduta di un meteorite nella giungla africana cancella ogni forma di vita esistente. A distanza di 70 milioni di anni, veniamo trasportati nel presente o meglio nel passato prossimo, ovvero a una ventina di anni fa.
Greystoke, imprenditore newyorchese, organizza una spedizione nella giungla africana. Conta di ritrovare il meteorite, convinto che possieda qualità in grado di risolvere il problema dell’approvvigionamento energetico terrestre. Giunge insieme alla moglie, al figlioletto e a un collega antropologo, che sceglierà di restare nel campo anche quando Greystoke, deluso dalla vanità delle ricerche, deciderà di partire a mani vuote.
L’improvviso diradarsi delle nebbie, che inizialmente hanno avvolto l’elicottero in volo, gli riserva però delle sorprese. Quando scopre di star sorvolando un ampio cratere, l’uomo atterra insieme a moglie e figlio e inizia ad esplorare il territorio, un panorama terribilmente oscuro e spettrale. Individuato infine il meteorite, Greystoke prova a staccarne un frammento per capire di che minerali sia fatto. Quel gesto incauto gli sarà fatale. La roccia da lui percossa gli risponde con l’accensione di un terrificante vulcano. La famigliola fugge sull’elicottero ma le perturbazioni rendono inutilizzabili i comandi e il mezzo finisce contro una montagna.
L’incidente è stato notato da un gruppo di scimmie, che incuriosite si appressano al relitto. Una femmina che ha perso da poco il suo piccolo, dopo che Tublat, un feroce gorilla, le aveva ucciso peraltro il compagno, trova il bambino svenuto ma vivo, a differenza dei suoi genitori. In quel momento decide di adottarlo e così il bimbo crescerà con Kala e coi suoi nuovi compagni di giochi.
Dopo i primi momenti di disorientamento, Tarzan si adatta alla sua nuova vita e rimuove il drammatico passato, nome compreso. Col trascorrere degli anni acquista abilità straordinarie in quanto unisce a quelle delle bestie, con le quali ogni giorno si confronta, l’agilità e la maggiore intelligenza che sono proprie della specie umana.
Quattordicenne, vede arrivare nella giungla una macchina con esseri per lui inusuali. Tra questi una ragazzina adolescente, che è venuta a trovare l'antropologo Porter, suo padre. Tarzan è turbato alla vista degli umani e segue la ragazzina in ogni dove. La salverà quando sarà aggredita da un pericoloso animale riportandola al disperato genitore, prima di dileguarsi nella giungla.

Da quel momento comincia a osservarsi con sospetto. Le sue forme sono simili a quelle degli ospiti inattesi e diverse da quelle dei gorilla. Un giorno scopre i resti dell’elicottero. Comincia a frugare tra gli oggetti e quando trova una foto che lo ritrae bambino insieme agli adorati genitori, la memoria irrompe nel presente. È un nuovo trauma che gli impone una scelta. Si costruirà una casa sulla montagna arredandola con tutto ciò che ha trovato sul velivolo.
La crescita ha fatto di lui un soggetto amato e rispettato dai gorilla e questo dà fastidio a Tublat, lo sleale e feroce capobranco, che per odio gli distrugge la casa. Nella colluttazione che ne segue, viene attivata la radio trasmittente. Il segnale giunge negli USA dove Clayton, capo attuale dell’impresa appartenuta a Greystoke, decide di allestire una spedizione alla ricerca del famoso meteorite e maschera la sua vera intenzione coinvolgendo la giovane figlia di Porter, ambientalista. Convinta che l’uomo voglia sostenere il progetto paterno, la ragazza lo segue in Africa.
Tarzan non crede ai suoi occhi quando riconosce nella nuova arrivata la ragazzina di alcuni anni prima. Si intrufola non visto nel campo e intuisce che Clayton è inaffidabile. Fugge dalla tenda di Jane senza potere evitare che la ragazza però lo abbia scorto. Quando questa si metterà alla sua ricerca smarrendosi pericolosamente nella giungla e finendo travolta dalle rapide, Tarzan la salverà un’altra volta.
Ora i due si sentono amici e forse anche qualcosa di più. Tarzan le mostra la sua casa e le dona il frammento di meteorite, che la ragazza appenderà come un ciondolo al collo. Il ciondolo le sarà strappato da Clayton, che ha pianificato un'esplosione di mine per utilizzare a suo modo il meteorite, devastando senza scrupolo alcuno il territorio.
Tarzan gli farà fallire il progetto, non prima che altri eventi si siano incuneati nella narrazione, quali lo scontro decisivo con Tumblat e la presentazione di Jane a Kala.
L’ambiente sarà salvo e i due ragazzi resteranno, si suppone per sempre, nella giungla.
Il sistema di motion capture ha reso verosimiglianti i personaggi, molto ma non al cento per cento, dice Klooss, che ha introdotto volutamente qualche approssimazione, perché è un errore spingere il realismo dei movimenti e delle figure umane sino a cancellare l’idea della finzione. In questi casi si genera un rigetto nello spettatore, dato che questi non vuole una replica della realtà ma un viaggio nella propria e altri immaginazione. 
La tecnica di motion capture prevede che gli attori indossino tute simili alle «mute da immersione, coperte da 68 minuscoli sensori o punti di riferimento (...) captati dalle macchine da presa a raggi infrarossi per registrare i movimenti”. Il sistema risultava dunque di difficile applicazione per Tarzan che viene presentato quasi nudo, coperto da un ridotto perizoma. Riuscire a dargli una muscolatura attendibile ha richiesto pazienza e abilità non comuni.
Milano, 16 Marzo 2014
© Iole Natoli

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