venerdì 10 giugno 2011

CINEMA / Gianni Celati. Cinema all'aperto. Documentari imprevedibili come i sogni - Cofanetto DVD









ALLA RICERCA DEL TEMPO SOSPESO
e a distanza di sicurezza dal plot
di Iole Natoli

Un autentico appassionato di cinema Gianni Celati, uno capace di rivedere i film più volte, di rileggerli con intatto interesse come si fa abitualmente con quei libri che ci forniscono un’esperienza ampia e arricchente. Tutti  i film? Forse soltanto alcuni, i preferiti: Furore di John Ford, Ossessione di Luchino Visconti, Il grido e L’avventura di Michelangelo Antonioni, alcuni film o brani di film di De Sica, di Federico Fellini, Nel corso del tempo di Wim Wenders e ancora altre opere aventi caratteristiche specifiche: l’attenzione centrata sull’ambiente e non sul personaggio, l’utilizzo di vedute frontali e non oblique e di una narrazione “raffreddata”, che rinuncia all’abusata “eccitazione spettacolare” per consentire il fluire d’un pensiero per immagini. Giacché queste, scrive Celati, non sono alternative al pensiero, come la cultura scolastica per lungo tempo ci ha portati a credere, ma “funzionamenti per mettere in moto il pensiero” e riportarlo al letto originario, al “tempo che passa, come origine di tutti i pensieri e di tutte le proiezioni emotive possibili”.
Il viaggio. Non quello delle più rinomate organizzazioni turistiche, non visite in stile toccata e fuga alle grandi città, non le crociere in navi accessoriate o i percorsi da Orient-Express. No, tre esperienze apparentemente diverse ma accomunate da analoghi intenti: la ricerca del non eclatante, del quotidiano non più osservato e perfino rimosso, dell’immagine nel suo legame col tempo. I tre film, presentati in DVD da Fandango, sono stati concepiti da Celati come l’opposto di quel che un film abitualmente è. Presuppongono l’accoglimento dell’indugio e non si avvalgono di una qualche struttura, artificiosamente orientata verso un fine prestabilito; documentano l’esistente e non discendono da una ideologia, sono sinceri al punto da includere gli stessi operatori e le conversazioni spontanee dei compagni di viaggio.
Durante le riprese di Strada provinciale delle anime, lo scrittore-regista annotava le conversazioni svagate - o impegnate - che le trenta persone con cui condivideva l’avventura facevano durante il percorso. “Poi alla sera gli facevo ripetere quelle frasi in modo da avere un sonoro più pulito”. Un viaggio in qualche misura casalingo, un vagabondaggio con un gruppo di amici e una minitroupe, a bordo di un pullman noleggiato e in compagnia della propria curiosità di osservare, di scoprire e comprendere quello che gli altri abitualmente accantonano.
Il mondo di Luigi Ghirri è un omaggio a un amico e a un artista fotografo, un filmato ricco di poesia. I luoghi di Ghirri, in particolare Gualtieri, Luzzara, Fontanellato. Ghirri prediligeva le foto con pochi elementi, o con soggetti ripresi di spalle nell’atto di guardare qualcosa, perché le foto erano per lui “studi sulle cose”, atti del “mondo che guarda il mondo”.
Fra i progetti di quest’artista morto prematuramente c’era anche un ciclo di fotografie sulle case abbandonate nelle campagne. Da quest’idea e dal materiale raccolto durante la realizzazione di Il mondo di Luigi Ghirri nasce il terzo documentario di Celati, il magico Case sparse - Visioni di case che crollano.
Un trittico curioso e affascinante, accompagnato da una breve antologia critica, che comprende interviste e scritti di Celati, di Marco Belpoliti, Gianni Canova, Antonio Costa, Nunzia Palmieri e offre al lettore un’insolita e utile guida per la riflessione sul cinema e sulle immagini.

Milano, giugno 2011                                                                                                           © Iole Natoli





                                                                            

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