LA DIFESA DELL’AMBIENTE E DEL VERDE
TRA VOLONTARIATO E PROBLEMI
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Milano, via delle Forze Armate: Cava Cabassi in una bella domenica di aprile.
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Cava Cabassi - Parco delle Cave, Milano
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L’aria buona ha convogliato qui molte famiglie, qualche adulto siede sulle panchine di via Cancano, altri girano tra i vialetti del parco coi piccoli, o giocano con loro in riva al lago, mentre le anatre si levano dall’acqua per rituffarsi dopo qualche volo.
Il Parco delle Cave è una delle più belle zone di Milano, sottratta per volere del Comune e di Italia Nostra al degrado in cui si trovava confinata da tempo e trasformata in un polmone verde, ricco di vita vegetale e animale.
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Oltre ad anfibi, conigli, volpi e rettili, vi si trovano numerose varietà di uccelli, dai gabbiani agli aironi, ai fagiani, alle cinciallegre alle poiane e ad altri rapaci. In primavera nidificano le rondini, attratte dalla grondaie delle Cascine. Un piccolo paradiso cittadino, affidato alle cure e alla vigilanza della Polizia locale, delle Guardie Ecologiche Volontarie, dei Rangers.
Tre di loro che incontro nel Parco - Mario, Rosita e Diego, responsabile del Nucleo di Milano - danno risposte alle mie curiosità.
Quali attività sono di competenza dei Rangers, qui o altrove?
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Diego, Ranger d'Italia |
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Diego: Essenzialmente ci occupiamo di prevenzione: nello specifico di tutela del verde, degli animali, dei beni storici e culturali. A volte operiamo però in settori diversi, tra cui quello inerente la viabilità, per affiancare la Polizia Locale dietro precisa richiesta di questa.
Mario: Interveniamo anche come ausilio della forza pubblica per manifestazioni a carattere ludico: cortei, carovane, gare, come nel caso della Festa del Carroccio di Legnano. In rarissimi casi e comunque sempre ed esclusivamente su richiesta delle forze dell’ordine e in affiancamento a un agente di Polizia, utilizziamo le nostre palette: per esempio durante le gare ciclistiche professionistiche.
Siete Guardie giurate?
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Diego: No, quello è il caso delle Guardie Ecologiche Volontarie. Noi siamo Incaricati di Pubblico Servizio. Non dipendiamo dal Comune ma siamo soci dell’Associazione Nazionale dei Rangers. Siamo suddivisi in sezioni Provinciali nelle quali operiamo abitualmente e tuttavia, quando se ne presenta la necessità, possiamo operare in tutto il territorio nazionale, in supporto e su richiesta di altre sezioni.
I tre Rangers scuotano negativamente la testa. Mario, che è anche segretario provinciale e tesoriere, sorride con aria divertita. È un’attività di volontariato, spiega Diego: chi vuole diventare Ranger deve iscriversi all’associazione, pagando una quota che attualmente è di 70€ annuali, e prestare servizio di prova per un anno, senza uniforme.
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Mario: Perfino il costo della divisa è a carico di ogni Ranger e anche l’acquisto del cavallo. Quello che ha lei - indica la collega - è suo.
Rosita: L’unica cosa di cui fruiamo gratuitamente è il maneggio.
Di quali attrezzature disponete?
Diego: L’Associazione fornisce le auto e le moto, le radioline e i telefoni di servizio. Ogni consumo va comprovato da fatture, per il successivo rimborso.
Un rimborso cui provvede il Comune?
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Rosita, Ranger d'Italia |
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Mario: Il Comune ha rinnovato la convenzione dal 1992 al 2011, poi l’ha sospesa. Dice di non avere soldi...
E chi, allora, vi rifonde le spese?
Mario: Prestiamo servizio nel Bosco in Città gestito da Italia Nostra e per fortuna ci sono anche donazioni. Tuttavia è chiaro che se non verranno coperte le spese per la collaborazione col Comune di Milano relativamente al Parco delle Cave, questa verrà sospesa.
E se qualcuno vi procura un danno?
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Diego: Siamo coperti dall’assicurazione sin dal momento che iniziamo il servizio, cioè da quando usciamo dalla nostra sede con i mezzi dei Rangers.
Quali sono le zone che servite?
Mario: Il Parco delle Cave, il Bosco in Città, tutta la zona ovest. A volte prestiamo anche servizio notturno.
Chi predispone i vostri turni e in rapporto a che cosa?
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Rangers d'Italia - Nucleo di Milano
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Diego: Il capo operativo stabilisce il calendario dei servizi, sulla base delle necessità e delle disponibilità di ciascuno.
Quasi evocato da quelle parole, ci raggiunge il capo operativo. È di nuovo presente in altra zona, segnala, il gruppetto dei ragazzi incendiari che si diverte col dar fuoco alle balle di fieno. Il tempo dei saluti e via in macchina, per questa nuova necessità d’intervento.
Rimasta sola, mi guardo intorno pensando a quella operazione scellerata, che mette a rischio l’ambiente naturale. Mario mi ha detto di abitare in zona e che pertanto il Parco “è la sua casa”. Dovrebbe essere la casa di tutti, rifletto, dovrebbe esserlo tutta la città, nella quale si compiono altri scempi.
I Rangers vigilano per fare prevenzione. Nel caso in cui ci sia da contestare qualcosa, fanno ricorso alla Polizia locale o alle Guardie ecologiche volontarie che, in quanto Guardie giurate, hanno anche potere di sanzione.
Il percorso per divenire GEV è infatti diverso. Si parte da un concorso regionale, attuato mediante la frequenza di un corso di formazione che si conclude con un esame specifico, poi si diventa Guardia giurata con nomina effettuata dal Prefetto, quindi si diviene Guardia ecologica con decreto del Presidente della Regione Lombardia. La partecipazione è aperta a tutti, fatto salvo il requisito primario di non avere precedenti penali.
La necessità d’una fedina penale pulita discende dal dovere svolgere un servizio pubblico? -
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chiedo al dott. Luciano Conconi, Guardia ecologica volontaria da 15 anni e presidente del S.A.G.E.V., Sindacato Autonomo Guardie Ecologiche Volontarie della Regione Lombardia.
Conconi: No, nel nostro caso deriva dalla qualifica di Guardie giurate, che comporta altresì la veste di pubblici ufficiali. Dopo la nomina a Guardia ecologica, ogni GEV valuta dove preferisce operare scegliendo tra i vari Enti di gestione locali della Regione Lombardia: Comune, Provincia, Comunità montane, Valsesia, Parchi autonomi.
In base alla legge regionale ci occupiamo, anche con visite guidate, di educazione ambientale, oltre che di vigilare, ispezionare e sanzionare chi abbandona rifiuti tossici e non tossici, o viola il regolamento del verde, o deturpa l’ambiente.
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Luciano Conconi, Presidente del S.A.G.E.V. |
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Com’è nato il sindacato di cui è presidente?
Conconi: Inizialmente c’erano solo le assemblee generali delle GEV di Milano, con cadenza annuale, in cui venivano discusse le problematiche emerse e da riportare all’Ufficio centrale del Comune di Milano. Tuttavia, il fatto stesso di esporre rimostranze era talvolta oggetto di diffida, specie se queste erano manifestate direttamente all’Ufficio o per mezzo dei Mass-Media. Quando un paio di GEV si dovettero rivolgere a un avvocato, ovviamente pagandolo, per evitare che venisse loro revocato il decreto prefettizio di Guardia giurata, si capì che occorreva una forma di tutela più ampia, un sindacato che curasse gli interessi legittimi delle GEV.
Avanzai io stesso la proposta e - un po’ per questo, un po’ perché sono laureato in giurisprudenza e lavorando presso il Tribunale di Milano ho una buona pratica di normative e di leggi - mi fu chiesto di partecipare alla fase iniziale di costituzione del sindacato e di esserne per qualche tempo presidente.
Conconi: Tra la fine di settembre e i primi di primi di ottobre del 2012 predisposi l’atto costitutivo e lo statuto del SAGEV, che venne sottoscritto da tutti i Soci fondatori con le rispettive cariche associative. Della costituzione del sindacato informammo subito l’assessore Granelli del Comune di Milano e l’assessore regionale prof. Salvemini, che allora era in carica. Questi ci rispose congratulandosi dell’iniziativa e sollecitando un incontro diretto, che avvenne nel mese di dicembre; dall’assessore Granelli, invece, non ricevemmo alcun cenno.
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Come mai è presidente del S.A.G.E.V. ancora oggi?
Conconi: Perché nessuno del sindacato vuol subentrare, nonostante gli inviti fatti a tutte le GEV della Lombardia, forse per timore verso i rispettivi Enti. Di conseguenza l’assemblea dei soci mi ha chiesto ad ogni scadenza di restare sino alla scadenza successiva. Difficile anche trovare chi voglia fare il vicepresidente, il probiviro, il tesoriere, perfino il rappresentante sindacale presso i vari centri, cosa che ci consentirebbe di avere contatti con altri Enti e renderci conto delle varie realtà locali.
Qual è l’oggetto delle lagnanze raccolte?
Conconi: Alcune riguardano l’organizzazione del servizio, altre la qualità del rapporto che l’Ufficio centrale ha con le GEV, altre ancora la nostra sicurezza e i rapporti con l’esterno.
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Fringuelli - Parco Sud, Milano
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Per quanto concerne l’organizzazione, faccio presente che siamo fermi sul piano giuridico a un Regolamento approvato con deliberazione della Giunta Comunale del 23 ottobre 2001, che è applicativo di una Legge Regionale già sostituita dalla n. 9 del 28.02.2005, aggiornata poi dalla Legge Regionale n.14 del 6.05.2008.
Ma se la legge cui si riferisce è variata, quel Regolamento non dovrebbe più essere valido, suppongo… c’è stata forse una proroga?
Conconi: A noi non risulta. A tutt’oggi di un nuovo Regolamento si parla ma non lo si è ancora visto e ciò benché nella pratica siano state introdotte alcune modifiche rispetto alle modalità con cui prestavamo il servizio in precedenza, che hanno reso in realtà più disagevole l’impegno da noi profuso.
Conconi: Con le nuove disposizioni il servizio viene riconosciuto come tale solo da quando la GEV parte dalla sede del Gruppo e non da quando, con la divisa indosso, esce da casa. Così, se durante il percorso uno di noi vede un’irregolarità da sanzionare, pur essendo una GEV in divisa non può agire. Praticamente, mentre prima eravamo considerati in servizio nell’ambito territoriale di nostra competenza ed eravamo peraltro noi a scegliere al suo interno i luoghi da vigilare, con le ultime disposizioni, quasi sempre ufficiose, siamo in servizio soltanto nel luogo in cui ci manda l’ufficio. La conseguenza è che vediamo ridursi il nostro impegno e il tipo specifico di vigilanza, anche perché veniamo obbligati dall’Ufficio ad attenerci a fasce orarie predeterminate di 3 ore ciascuna: 9-12, 15-18, 18-21, 20-23. Non sono orari del tutto confacenti alle esigenze di un controllo efficace.
Perché ritiene che non lo siano?
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Conconi: Prenda il caso di coloro che si accampano in un parco e montano anche il fornello per la brace: dalle 12 alle 15 non è prevista nessuna vigilanza. Se una Gev li vedesse mentre stanno montando le loro attrezzature potrebbe convincerli a spostarsi nelle piattaforme apposite, ma così, al massimo, potrà contestare loro il malfatto solo dopo che avranno finito. Pensi poi agli smaltimenti abusivi. In base agli orari imposti chiunque potrà impunemente smaltire dalle 23 alle 9 del mattino, certo di non imbattersi nelle GEV.
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Discarica abusiva - Parco Sud, Milano
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Consideri che peraltro gli abbandoni avvengono prevalentemente nel territorio cittadino; perché allora svolgere il servizio quasi esclusivamente nei Parchi?
Un’altra modifica intervenuta consiste nell’imposizione di chiamare telefonicamente il nostro Ufficio non solo per confermare l’inizio e la fine del servizio, ma addirittura per segnalare qualsiasi eventuale cambiamento del luogo in cui ci troviamo. Questo si traduce in una palese manifestazione di sfiducia nei nostri confronti, che non trova riferimento neppure nella Polizia Locale e tra i dipendenti pubblici, che peraltro sono retribuiti per la loro attività.
Come effettuate queste comunicazioni? Disponete di un telefono di servizio?
Conconi: No, chiamiamo col nostro cellulare sia per comodità, sia perché le radio di servizio quasi sempre non funzionano.
Questo scarso funzionamento non vi pone in condizioni di rischio? Cosa succede se avete bisogno di aiuto, non siete mai in condizioni di pericolo?
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Discarica abusiva - Parco Sud, Milano
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Conconi: Certo che lo siamo, a volte ci siamo trovati circondati da gente pronta ad aizzarci il cane addosso! Personalmente sono stato aggredito da un tale e ho avuto un danno alla mia macchina, che non mi è stato risarcito perché il Comune non risponde se usufruiamo della nostra auto e ciò benché non ce ne dia nessuna. Ho fatto denuncia e l’aggressore se l’è cavata prima col patteggiamento e poi col condono. Siamo poco tutelati, siamo assicurati, sì, ma solo all’interno del luogo in cui ci manda l’Ufficio. Prima avevamo l’auto comunale per ogni sede, poi per alcune
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sedi sono state tolte e ora non ne abbiamo completamente. Ci si dice che dovremmo riaverle, ma fino ad oggi non sono comparse. Ci muoviamo a piedi o in bicicletta; sembriamo degli sbandati, non delle guardie giurate che prestano servizio per il Comune!
Non avete modo di dialogare con gli Enti preposti?
Conconi: È ciò che vorremmo e che non abbiamo. Un rapporto improntato al dialogo e non centrato su ordini pensati a tavolino, in totale distanza da chi, operando nel territorio, può segnalare le necessità individuate. Molte cose appaiono incomprensibili sul piano pratico. Prenda il caso delle nostre divise.
Conconi: Ce le dà la Regione, ma mentre prima arrivavano a Milano, ora dobbiamo andare noi fuori sede a ritirarle. Il SAGEV ha chiesto che un rappresentante dell’azienda fornitrice si rechi a Milano per prendere le misure e fornire le divise, ma l’ufficio non ci ha dato riscontro. Ed ecco allora 180 GEV che partono tutte per Como, per poi chiedere il rimborso delle spese!
È il solito muro di gomma. Con le disposizioni attuali non soltanto non dialoghiamo con l’Ufficio, ma anche il ruolo del Responsabile di ciascun Gruppo si trova svuotato d’ogni funzione di coordinamento.
180 sono le GEV a Milano?
Conconi: Sì, all’inizio eravamo anche più di 300 guardie, poi tra chi si è dimessa, chi è stata espulsa, chi si è spostata altrove, siamo diminuite notevolmente. Ora ci sarà un nuovo concorso, ma se non cambia il sistema vigente al nuovo afflusso seguirà un nuovo deflusso. Sa che a volte qualcuno ci chiede: “Ma chi ve lo fa fare?”.
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Giusta domanda. E la vostra risposta?
Conconi: L’amore per l’ambiente, per la natura… il volere che quel che ci circonda sia rispettato… doniamo la nostra opera e in cambio non abbiamo niente.
O meglio: alcuni di noi fruiscono di uno sconto dell’80% per l’acquisto della tessera di servizio dell’ATM, ma se consideriamo il lavoro che svolgiamo, il tempo che dedichiamo e gli introiti del Comune per le
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Cicogna - Parco Sud, Milano
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sanzioni che eleviamo, direi che non graviamo per nulla sull’Ente di gestione, i cui costi sono riferibili invece al personale dipendente.
Uno sconto pur rilevante sulla tessera non mi sembra poi molto…
Conconi: Non lo è. Non può certo cancellare le imposizioni, le delusioni, le mortificazioni, gli insulti, né compensare i rischi che corriamo continuamente. Noi, per esempio, vorremmo poter convocare gli smaltitori abusivi nella sede del Gruppo di appartenenza e alla presenza di altre GEV, invece di dover andare presso l’abitazione dello smaltitore, imbattendoci anche in personaggi pericolosi!
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Airone cenerino - Parco Sud, Milano
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Manca da parte dell’Amministrazione nei nostri confronti l’attenzione necessaria. La gente rispetta i Vigili e i Rangers, la cui immagine è molto reclamizzata. Con noi accade il contrario: i cittadini ci mettono perfino le mani addosso, perché non si rendono neanche conto della figura che hanno di fronte.
Il pubblico non ci conosce, questo è il punto. L’immagine è un aspetto primario, la pubblicità è fondamentale. Che ci diano una macchina col lampeggiatore, che mettano dei paletti con gli avvisi: nei Parchi non ci sono nemmeno i cartelli per segnalare la vigilanza delle GEV!
L’Ufficio pretende molto e su più fronti. Ci tratta come se fossimo dipendenti pubblici con un servizio regolato da norme contrattuali, provvedimenti disciplinari, ore minime mensili di vigilanza, revoche, controlli capillari e ciò benché non ci offra retribuzione, indennità e, soprattutto, partecipazione e tutela. Siamo Guardie Ecologiche Volontarie? No, solo sorvegliati speciali del Comune, quasi quasi ci viene da pensare!
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Se questa situazione non cambierà, finiremo col dar corpo all’intenzione sempre più condivisa d’intraprendere un’azione legale, affinché ci sia quanto meno riconosciuta una giusta retribuzione, per questa così bistrattata attività.
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