AMIRI
BARAKA WORD MUSIC
voce
Amiri Baraka
sassofono
contralto René McLean
pianoforte D. D. Jackson
contrabbasso Calvin
Jones
batteria Pheeroan AkLaff |
Per la rassegna “Aperitivo in Concerto”
al Teatro Manzoni di Milano
|
|||||
musicale a Milano di Iole Natoli |
||||||
Non ha mai rinunciato
all’improvvisazione questo protagonista delle performing arts, alla sperimentazione e alla contaminazione dei linguaggi,
caratteristiche che lo accomunano alla band recentemente portata sul
palcoscenico del Teatro Manzoni, con musicisti di alto livello artistico quali il contraltista
René McLean, il contrabbassista Calvin Jones, il batterista Pheeroan AkLaff e
il pianista D. D. Jackson, che ha ricevuto fragorosi consensi per l’impervia
originalità dei suoi momenti solisti. E insieme a loro lui, Amiri Baraka, con
la sua voce strumento di testi che non sono di maniera ma interrogano,
soffrono, accusano, svelano, tramite parole talora sussurrate, altre volte cantate
o urlate, come nella famosa poesia Somebody Blew Up
America, composta a seguito della distruzione delle
Twin Towers nell’attentato dell’11 settembre 2001; testo poetico che rifiuta
gli schemi estetici usuali, martellando insistentemente sul “Who?” alla ricerca
del responsabile sempre diverso e in qualche misura anche unico, che ha
prodotto tutte le atrocità della storia.
Il poema ha
suscitato reazioni intense e disparate nel pubblico mondiale a causa di
alcuni versi che attribuiscono l’attentato allo stato di Israele in combutta
con Bush, accreditando piuttosto ingenuamente la spiegazione a schema
complottistico che trovò spazio all’indomani della tragedia ma che venne
smentita dalle indagini. Tacciato di antisemitismo, Amiri Baraka ha sempre respinto
le accuse, senza mai rinunciare al suo testo e alle convinzioni che lo
animano (per chi volesse leggerlo anche in versione italiana, ecco un utile
link -->).
Benché sul piano di un’analisi storica la posizione assunta e
sostenuta costitusca un limite politico, è innegabile che l’inserimento dell’idea
del complotto abbia una sua funzione specifica e che leghi col resto del
poema. Se qualunque perversa alleanza è ipotizzabile e nemmeno il proprio
paese è vestito di credibilità, allora il nemico dal volto sfuggente si
annida dovunque e quel “CHI?” ci aspetta al varco, con la sua destabilizzante
ferocia, in ogni istante del nostro cammino. Ne consegue un incremento
dell’angoscia che pervade ossessivamente tutto il testo.
Il pubblico del Manzoni, in ogni caso, non ha mostrato di
gradir meno la performance di Amiri Baraka per questo. Al contrario, anche Somebody Blew Up America è stata seguita da un’ovazione di applausi come ogni brano letto, cantanto
o suonato dalla band, che si è esibita con creatività entusiasmante.
|
||||||
Un artista indomito
di I.
N.
Everett LeRoi Jones (futuro Amiri Baraka) nasce a Newark, nel New
Jersey, il 7 ottobre del 1934. Figlio di un’assistente sociale e di un dipendente delle poste
vive in prima persona le contraddizioni e le ansie di un afroamericano della
classe media in un paese fortemente razzista, che non permette quel
riconoscimento e rispetto delle proprie radici di cui invece egli avverte il
bisogno.
Dopo gli studi universitari incompiuti e il congedo
dall’aviazione americana nella quale si era arruolato, si trasferisce a New
York dove frequenta l’ambiente bohémien del Greenwich Village. Nel 1958 sposa in un tempio
buddista la poetessa di famiglia ebrea Hettie Cohen, che
diverrà poi nota al suo pubblico come Hettie Jones, conosciuta tramite la collaborazione con la rivista The Record Change. È un sodalizio affettivo e culturale
arricchito dalle frequentazioni di artisti, musicisti e scrittori, che
troveranno nella rivista d’avanguardia Yugen e nella casa
editrice Totem Press, fondate dai
due coniugi, spazi di pubblicazione per le proprie opere. Tra questi, Allen
Ginsberg, Jack Kerouac e altri protagonisti della beat generation.
Nel 1961 appare il primo libro di Everett LeRoi Jones, Preface to a Twenty-Volume
Suicide Note e nel 1963 Blues People, uno studio sulla storia della musica afroamericana.
Il dramma Dutchman and the Slave
andato in scena a New York nel 1964 gli assicura un premio e lo consacra autore
di teatro. È però attraverso la speculazione politica, espressa soprattutto
in Home: Social Essays del 1966,
che va maturando il progressivo distacco di LeRoi Jones da un’estetica che non corrisponde alle sue
motivazioni più profonde. Il 1965, che vede l’assassinio
di Malcom X, è l’anno di rottura e cambiamento: esauritosi il rapporto con Hettie Jones si trasferisce ad Harlem e vi fonda il Black Arts Repertory Theatre.
Nel 1967
sposa Sylvia Robinson - una
poetessa afroamericana che sarà conosciuta poi come Amina Baraka e con
cui avrà cinque figli - e fonda a Newark la compagnia Spirit House, che metterà in scena le sue opere. Nel 1968 si converte all’islam, cambia il suo
nome in Amiri Baraka e crea l’organizzazione musulmana Kawaida divenendone imam, carica di cui però vorrà disfarsi dopo
qualche anno, a seguito del suo accostamento alla dottrina marxista.
Il
percorso intellettuale ed artistico di Amiri Baraka - in cui si colgono influenze musicali e
politiche che spaziano da Ornette Coleman, John Coltrane,
Thelonius Monk e Sun Ra all’anticolonialismo e ad altri movimenti
rivoluzionari - si sviluppa e
definisce nel tempo attraverso una contaminazione continua, con l’immersione
in generi diversi, che ne alimentano la complessità del pensiero.
Autore di numerosi libri di saggi, di storia e critica della
musica, di poesie e di teatro, editore e attivista politico, cattedratico e
conferenziere, Amiri Baraka è oggi un personaggio di statura mondiale,
un’icona della cultura e dell’identità afroamericana, che resta al centro di
tutte le sue opere.
Vive a Newark con la moglie Amina Baraka, insieme alla
quale cura il word-music ensamble Blue
Ark: The Word Ship e il Kimako’s
Blues People, che ha sede da diversi anni nella cantina della casa d’abitazione,
trasformata in spazio teatrale. Insieme a lei è
autore del volume The Music (1987), una pregnante antologia di poesie
e monografie su Jazz e Blues.
|
||||||
Milano, 11 novembre 2013
|
© Iole Natoli
|
Spazio culturale on line - Bazar di Arte, Cinema, Danza, Fotografia, Letteratura, Teatro, Turismo, News
lunedì 11 novembre 2013
POESIA E JAZZ / AMIRI BARAKA WORD MUSIC
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento