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Andato in scena nel novembre 2013 al
con la collaborazione ai testi di Maura Misiti
e alla regia diFrancesco Brandi
Lella Costa, Orsetta de’ Rossi
Giorgia Cardaci, Rita Pelusio
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RESTITUIRE CORPO E VOCE ALLE UCCISE
Questo il progetto di Serena Dandini
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Donne strappate alla vita dai loro mariti o ex mariti, da compagni o ex compagni, da fidanzati in carica o ex e persino da pretendenti respinti; donne cancellate anche dalla narrazione della loro morte, in cui spesso al ritratto della vittima si sostituisce una mappa semibenevola delle motivazioni dell’omicida, ricorrendo alla comoda cornice del “gesto disperato” o di un “incontrollabile raptus” o della sempiterna “gelosia” tanto cara al linguaggio giornalistico. Come se tutte queste definizioni non fossero solamente il portato di un’infezione virale di base: la persistente idea di possesso culturalmente connessa alle relazioni sentimentali e/o sessuali uomo-donna, che sfocia nella violenza del genere maschile sul femminile per una serie di concause accessorie.
Tale comunicazione deformante inizia oggi timidamente a cambiare, per effetto delle varie campagne femministe per una correttezza del linguaggio e dell’informazione giornalistica, condotte a raffica da diverse parti, e di operazioni come quella di Serena Dandini, che ha lavorato sulla narrazione disfacendo la cancellazione di volti, corpi, voci, per restituire le individualità personali alle vittime.
Sulla scorta di dati circostanziati e precisi, Dandini ha riesumato dal nulla quelle morti, ha dato vita a personaggi tipo portando in scena, in una "Spoon River" sulla violenza di genere, le storie di quelle donne inascoltate.
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Parlano da un qualche al di là, arrivano e sono accolte da altre che sono giunte lì prima di loro, si presentano superando talora qualche reticenza e offrono alla comunità delle uccise la sofferta narrazione di sé. Non sempre molto sofferta, a dire il vero; c’è un personaggio che con assurdi sussieghi classisti ci tiene molto a marcare le distanze.
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Considerare alla pari un omicidio messo in atto volgarmente da sé e uno invece per interposta persona?
Come non rendersi conto del rispetto nei confronti della propria consorte, garantito dall'affidamento a un estraneo? Anzi a due, due corpulenti sicari che saranno anche costati parecchio! Insomma, un marito che non bada a spese mostra di tenerci davvero alla moglie - pure se prossima a trasformarsi in ex - dichiara con sincera convinzione la morta.
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Cardaci, Dandini, Costa, de' Rossi, Pelusio
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È certamente il brano più umoristico, quello che libera dalla commozione suscitata dalle altre vicende. Come la storia dell'uccisa insepolta, che grida e chiama dall’interno di un pozzo senza che agli altri passi per la mente di dare una sbirciatina dietro casa.
FERITE A MORTE nasce dal testo omonimo di Serena Dandini edito da Feltrinelli. Lo spettacolo ha debuttato a Palermo a novembre 2012 e successivamente ha raggiunto Bologna, Genova, Firenze, Roma, Torino. La tournée del 2013 ha già segnato numerose tappe italiane in pochi mesi (sono 50 quelle programmate) e ha incluso un tour all’estero di quattro date: Washington D.C. il 19 novembre; New York City (nella sede dell’ONU) il 25 novembre (Giornata mondiale contro la violenza sulle donne); Bruxelles il 28 novembre; Londra il 3 dicembre.
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