A volo d'uccello • Milano e i suoi luoghi simbolici | |||
di Livia Bersani | |||
Chi, provenendo dalla via dei Mercanti, si ritrova nella grande piazza del Duomo rallenta un po' svagato e pensieroso, incerto se attardarsi a valutare lo spazio che collega i porticati, se inoltrarsi dentro la Galleria per curiosare al centro dell'ottagono, se proseguire per Piazza della Scala dove campeggia la statua di Leonardo, o ignorare i richiami scultorei e dirigersi verso qualche altro posto dove lo attendono imperdibili affari. Milano è certamente ben più che una serie di luoghi simbolici; è un universo che si scopre pian piano, vivendo giorno dopo giorno tra edifici eleganti e fioriti o tra le vecchie case a ringhiera, tirate a nuovo o ancora fatiscenti, dove gente d'ogni razza e colore si ostina a dispetto delle avversità a rimanere, anche stipata in spazi insufficienti, nella speranza di un futuro migliore. È senz'altro una città di contrasti. C'è la zingara che chiede l'elemosina in tram cantando disastratissime canzoni; la modella che prova e riprova un passo in Galleria per un provetto fotografo di moda; c'è il lavavetri e il manager, per il quale ogni minuto è, o può essere, una fiumana di denaro affluente; vi si trova l'artista di successo e il giovane scrittore squattrinato, che percorre cocciuto la sua strada. E c'è il turista, italiano e straniero, che vi giunge per una breve vacanza, da solo o con un gruppo organizzato. È uno dei luoghi deputati del turismo vacanziero di gruppo. I pullman provenienti dal nord vi conducono quotidianamente tedeschi, olandesi, danesi. Per sgranchirsi finalmente le gambe e respirare l'aria buona d'un parco, nessun luogo è più adatto del Castello, che si staglia imponente contro il cielo, illeggiadrito dalla recente fontana. Se la stagione è buona, lo spazio intorno al Castello è popolato da venditori extracomunitari ambulanti che espongono una mercanzia multicolore, talvolta anche da giocolieri, che assicurati a una solida corda si esibiscono in lanci acrobatici. Gli spazi verdi interni al Castello, invece, di frequente sono sede di mostre. Ma è negli spazi chiusi del maniero che arte e storia regnano sovrane; basti pensare alla decorazione della Sala delle Asse (1498) di Leonardo da Vinci e alla Pietà Rondanini di Michelangelo. Il Castello Sforzesco è un vero contenitore museale; ospita il Museo d'arte antica, la Pinacoteca, una raccolta di mobili e di arazzi e ha una storia complessa e travagliata. Iniziato nel 1368 sotto il duca di Milano Galeazzo II Visconti, conobbe modificazioni e accrescimenti e vide compiersi tra le sue mura anche eventi ben poco gloriosi, come il veneficio del piccolo Gian Maria (voluto dallo zio Giovanni Filippo) e, dopo la breve parentesi della Repubblica Ambrosiana (1447-1450), l'omicidio del figlio di Francesco Sforza, Galeazzo Maria, e quello di Cecco Simonetta, divenuto tutore dell'orfano.
Ebbe anche splendida vita di palazzo, rallegrata da feste sontuose, tra cui quelle per le nozze di Gian Galeazzo Sforza con Isabella D'Aragona e di Ludovico Maria Sforza, detto il Moro, con Beatrice d'Este (1491). Nei secoli successivi, ritrovò il rude e antico ruolo di fortezza. La torre centrale - di Antonio Averulino, detto il Filarete - venne distrutta nel 1528 da un'esplosione. Con Ferrante Gonzaga, governatore spagnolo, l'intera costruzione fu inclusa nel sistema di fortificazioni per la difesa militare del territorio. Usato dal maresciallo Radetzky al tempo delle Cinque Giornate, fu ceduto nel 1893 al Comune, che ne affidò il restauro a Luca Beltrami. | |||
La Madonnina Le guerre hanno segnato, come in altre città europee, la storia di Milano. Danneggiata dai bombardamenti nel '43, la Galleria Vittorio Emanuele II veniva restituita nella metà degli anni '50 a quello splendore precedente, che aveva suscitato consensi ma anche molti dissensi e malumori. Duri erano stati infatti i commenti di alcuni architetti, tra cui Luca Beltrami, nel corso della esecuzione del progetto di Giuseppe Mengoni, che peraltro morì precipitando da un'impalcatura durante un'ispezione, nel dicembre del 1877. Sorsero anche problemi economici, per l'imprevisto dissesto della compagnia britannica che s'era impegnata a finanziare i lavori. Dovette intervenire il Comune anche perché, alla crescita progressiva della Galleria, faceva tangibile riscontro l'interesse e l'affetto dei milanesi per la tanto contestata struttura. La Galleria divenne presto luogo di ritrovo di cantanti ed artisti che gravitavano intorno alla Scala, teatro che, malgrado le sue non ampie dimensioni (m 24 x 21,6 di base e m 20 di altezza), era già allora per meritata fama un tempio massimo della lirica e del balletto. La costruzione del Teatro Grande, nei pressi dell'antico complesso di Santa Maria della Scala, era stata determinata dall'incendio che aveva distrutto il Regio Ducal Teatro. Affidata a Giuseppe Piermarini, l'opera venne ultimata nel giro di due anni. Fu inaugurata il 3 agosto 1778, con l'Europa riconosciuta e alcuni balli del maestro di cappella a Vienna Antonio Salieri (testo e soggetti di Mattia Verazi, poeta di corte a Mannheim). Il tutto alla presenza dei personaggi più illustri, come gli arciduchi Ferdinando e Beatrice d'Este e il ministro plenipotenziario di Maria Teresa, conte di Firmian. Tra il 15 e il 16 agosto del 1943, i bombardamenti colpirono anche il prestigioso teatro, lasciando indenne solo il palcoscenico con le sue molteplici macchine. La ricostruzione fu suggellata da una solenne riapertura (11 maggio 1946) affidata ad Arturo Toscanini, che nel 1898 divenne direttore stabile dell'orchestra. Attualmente sono in corso lavori di trasformazione e restauro: gli spettacoli hanno luogo prevelentemente al Teatro degli Arcimboldi e il Museo Teatrale alla Scala del 1911, ricco di fascinosi reperti e dotato d'una biblioteca specifica, ha sede provvisoria nel Palazzo Brusca di corso Magenta 71, proprio di fronte al Cenacolo Vinciano. Da lì, al termine dei complessi lavori, ritornerà nella sua sede storica, nella splendida piazza della Scala. Quanto vivono in media i colombi? Chissà se quelli che bevono, si tuffano e sguazzano nell'acqua d'una fontanella della piazza hanno già udito nelle serate di gala le note acute e gravi di Tosca e Rigoletto o quelle d'un concerto di Muti; c'è da dire però che stazionano con maggiore piacere in piazza Duomo, dove godono di consistenti manciate di granaglie offerte da frequentatori e turisti, paghi di vederli becchettare per terra, o svolazzare proprio intorno a loro, mentre l'amico fotografo di turno li immortala nella foto ricordo. Imperturbabile, veglia dall'alto l'aurea Madonnina fra la guglie che traforano il cielo, bianchi vettori d'ascesa all'infinito, mentre inesausta protende la coda, quasi con uno scarto laterale, la statua equestre di Vittorio Emanuele II, giù, nella piazza. Il Duomo Misura mq 11.700 di superficie ed è per ampiezza al terzo posto dopo San Pietro a Roma e la Cattedrale di Siviglia. Nulla è forse più caro ai milanesi. Nell'interno di cinque navate, l'occhio si perde percorrendo le altissime colonne, finché le belle vetrate policrome squarciano la penombra e lo catturano. Iniziata nel 1386, da un architetto amante del gotico, la cattedrale fu continuata da maestri stranieri ed italiani; tra i più famosi artisti chiamati ad operarvi, Leonardo da Vinci e il Bramante. Nel 1765 fu elevata la guglia sopra il tiburio; nel 1805 si ultimò la facciata, mentre le guglie vennero completate nel 1958. Una visita al Museo del Duomo nel Palazzo Reale, per conoscere la Fabbrica del Duomo, e poi di nuovo in piazza. Per un peccato di gola, da consumare nei diversi punti di ristoro tra frullati e coppe multicolori, o presso la bottega di gelati specializzata in varietà artigianali; per uno spizzico di panini o di pizza, buono a placare un languore incipiente, o per un pranzo gustato in tutta calma a un ristorante della Galleria. Qui, dopo il pasto, ci si lascerà piacevolmente sedurre dalle luminosissime vetrine con sapienti esposizioni di libri, cravatte, scialli, cappelli, abiti e borse che costano molto spesso una fortuna, rallegrati dai suoni e dalla voce d'un chitarrista rumeno di passaggio, che non disdegna di offrire una canzone in cambio di qualche utile moneta. Per il momento il Duomo è in restauro e non si può ammirarne la facciata. Per il turista sicuramente è una perdita. Cosa rimane allora da vedere? Tantissimo. Si può seguire il percorso del Liberty, visitare il cavallo di Leonardo all'Ippodromo, o recarsi a Santa Maria delle Grazie e al Cenacolo Vinciano per ammirare l'Ultima Cena di Leonardo, passeggiare per corso Vittorio Emanuele, girellare per via Montenapoleone e dintorni curiosando tra case d'alta moda, o dedicare una visita ai Navigli col mercatino dell'antiquariato dell'ultima domenica del mese. I luoghi, le chiese e i monumenti da visitare sono molti. Per citarne solo alcuni: il Museo del Duomo, l'Acquario Civico, il Museo Manzoniano, il Museo Poldi Pezzoli, il Museo Bagatti Valsecchi, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica, la Pinacoteca Ambrosiana, il Palazzo di Brera con la sua Pinacoteca, Palazzo Isimbardi, la Basilica di Sant'Ambrogio, la Basilica di Sant'Eustorgio, San Simpliciano, San Maurizio al Monastero Maggiore, il Cimitero Monumentale, la Villa Reale di Palestro, la Rotonda della Besana, il Teatro Dal Verme a Cairoli, la cui storia assomiglia a una favola. Interessanti anche le case patrizie, che aprono di tanto in tanto i battenti per accogliere i visitatori curiosi. Trattorie tipiche, ristoranti e pub permettono di passare le serate accontentando molto bene il palato. La rete dei trasporti milanese, con tre linee metropolitane, bus e tram, consente di far la spola agevolmente anche fra zone tra loro distanti. | |||
INFORMAZIONI UTILI
Azienda di Promozione Turistica del Milanese,
v. Marconi 1 (piazza Duomo), 20123 Milano, tel. 02 725 243 01/02/03, fax 02 725 243 50 - www.milanoinfotourist.com, apt.info@libero.it | |||
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venerdì 13 maggio 2011
TURISMO / Milano
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