Quale eroina della letteratura antica o del mito ha potuto incarnare più di Cassandra la lotta tra una donna e il suo destino?
Non è un caso se Christa Wolf la sceglie quale prima fra le figure femminili possibili. Non Fedra, non Antigone o Giocasta. L’eroina della scrittrice tedesca nel 1983 è lei, Cassandra, figlia un tempo prediletta di Priamo, cui si affiancherà nel 1996 Medea.
La solitaria sacerdotessa troiana è lucida coscienza femminile che anticipa gli orrori della guerra, che li individua e ne misura la china, che riconosce l’umana stoltezza e la dichiara, a costo di pagarne un alto prezzo.
Cassandra è interamente diversa, inimitabile. Si accosta, trepidante, all’amore con Enea senza restarne travolta o vincolata. È donna dall’intuizione fulminea, è cantora: attraversa fremente la paura, recuperando la sua libertà dilaniata.
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