venerdì 29 aprile 2011

INTERVISTA con Giacomo Pilati



 





Giacomo Pilati
MINCHIA DI RE
Editore Mursia

 




Da Minchia di Re
è stato tratto 
il film VIOLA DI MARE diretto da
Donatella Maiorca


Una storia di un’attualità sorprendente che affascina nel romanzo e nel film
A colloquio col libro e con l’autore
di Iole Natoli

Accade a volte che si proceda all’inverso, partendo casualmente dall’effetto per risalire successivamente alla causa. È quel che mi è successo di recente con la visione del film “Viola di mare” e la lettura di “Minchia di re”, il libro da cui il film è stato tratto. In omaggio alla dimensione diacronica e alla particolare natura della trama, che affonda le radici nel reale, prenderò ora le mosse dal romanzo, anzi dall’antefatto da cui è nato, udito dalla voce dall’autore.
«Dieci anni fa, mi trovavo sull’isola di Favignana a Cala Rossa, in compagnia del produttore di un documentario. Era un luogo che conoscevo da tempo, ma quella volta la mia attenzione fu attratta da un palazzotto ottocentesco, già apparso sulle pagine di Vogue, riportato al suo stato ottimale da un efficiente architetto giramondo, che acquista immobili da restaurare per rivenderli. “C’è una leggenda intorno a questo palazzo”, mi fu detto; “si racconta che sia stato costruito da una persona conosciuta sino alla sua giovinezza come donna e vissuta dai 24 anni in poi come uomo”. Naturalmente, mi lanciai nelle indagini, nella speranza di approdare a qualcosa».
Non si trattava, scoprì, di fantasia.
«Quella persona era vissuta realmente», prosegue Pilati, «era nata nel 1868, morta a 100 anni e a 24 il suo sesso femminile d’origine era stato cambiato in maschile nella scheda anagrafica esistente. Era il curatolo di una cava di tufo e risulta che si sia sposato con una donna».
«Nessun’altra prova documentaria?», gli chiedo.
«Trovai traccia anche della visita medica, che lo qualificava come inadatto al servizio militare. A ciò si univa la sopravvivenza di voci, secondo cui il soggetto in questione portava una fascia intorno al petto e urinava alla maniera delle donne».
Era abbastanza perché una storia da narrare esplodesse nella fucina d’idee dello scrittore.
«Fu come se, essendo salito su una scala che mi aveva condotto sino al tetto», dice Pilati con una suggestiva metafora, «avessi poi abbandonato quell’appoggio per lasciarmi cadere all’indietro senza chiedermi dove sarei finito, precipitando nella mia immaginazione».
Il resto, infatti, è solamente invenzione, benché dotata di verosimiglianza.
«Da sempre gli uomini hanno descritto nelle loro opere personaggi femminili, grazie alla loro conoscenza diretta delle donne. Si è presentata qualche difficoltà specifica, legata alla diversità di un personaggio la cui affettività si polarizza su una persona dello stesso sesso?».
«Nessuna. Per me quella era la relazione amorosa tra due persone e basta. Oltretutto, mentre nel film la storia d’amore costituisce l’elemento centrale, il mio interesse era focalizzato sul rapporto tra verità e potere».
«Nel senso che, data l’epoca, la verità di un rapporto diverso poté avere uno sbocco ufficiale perché fu “tutelata” dal potere?».
«Non solamente. La verità di Pina era, sì, il suo potente amore per Sara ma anche il suo essere donna e non uomo; questa sua verità venne celata, sopraffatta dalla violenza di un potere che acceca volutamente le coscienze e fa diventare vera la menzogna. Mi ha colpito che di tutta la storia siano rimasti solo alcuni brandelli, affioranti dal velo di omertà steso dalla generazione dell’epoca, che non volle trasmettere alle successive l’integrale conoscenza dei fatti. Una scelta improntata al quieto vivere, fra paura, pigrizia, viltà».

GIACOMO PILATI, giornalista e scrittore, è nato a Trapani nel 1962.
Autore di inchieste e documentari, ha ricevuto per due volte il Premio nazionale di giornalismo «Giuseppe Fava». Collabora con diverse riviste di viaggi e ha fondato e diretto il mensile «Lo Scarabeo». Cura dal 2000 la rassegna di incontri “Libri, autori e buganvillee” di San Vito Lo Capo.
Tra i libri pubblicati: Le Siciliane (1998); Erice la montagna incantata (2000); La cucina trapanese e delle isole (2004); Minchia di Re (2004), La città dei poveri (2006); Le altre Siciliane (2008); Sicilian Women (2008). Ha collaborato alla scrittura e supervisione dei dialoghi del film Viola di mare, tratto dal suo romanzo Minchia di Re.
Viola di mare è un film prodotto nel 2009 dall’Italian Dreams Factory di Maria Grazia Cucinotta, Giulio Violati, Giovanna Emidi e Silvia Natili. Regia di Donatella Maiorca; soggetto e co-sceneggiatura di Pina Mandolfo, in collaborazione con Donatella Diamanti, Mario Cristiani e Donatella Maiorca; fotografia di Roberta Allegrini; musica di Gianna Nannini. Interpreti: Valeria Solarino, Isabella Ragonese, Ennio Fantastichini, Giselda Volodi, Maria Grazia Cucinotta.

Milano, novembre 2009



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